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Un segno, una traccia su un foglio bianco, per ritrovare sul supporto la visione istintiva e poter sviluppare dei soggetti che si muovono in solitudine in uno spazio vuoto, celandosi talvolta dietro grandi campiture di colore.
La mia ricerca si sviluppa principalmente attraverso l’utilizzo del disegno, con una continua sperimentazione di tecniche pittoriche che spesso prevede l’unione di entrambe le discipline.
Anche la struttura organica della carta o della tela diventano un aspetto fondamentale dell’evoluzione dell’opera stessa, che può condurmi alla scelta del colore o al mantenimento della monocromia della grafite.
Rimane un’attenzione ai piccoli particolari che vogliono diventare il fulcro dell’intera immagine e la narrazione di una nuova storia.

Il processo di acquisizione delle immagini inizia dalla ricerca di fotografie di soggetti, sia da un repertorio personale che dai canali mediatici, da cui prelevare solo alcune parti che vengono sviluppate. Questo diventa il primo processo di frammentazione e “dissoluzione” di una figura che ha già di fatto perso la sua identità.
Tutto lo studio si incentra sull’analisi dell’identità e conformità dell’uomo con l’universo circostante, esplorando la sua memoria e lasciando presagire la sua mutazione temporale.

Le atmosfere surreali del mio lavoro, spesso presentate come un sogno o un limbo, tendono ad accentuare la storia della figura presentata, proprio per concentrarsi sulla sua sola condizione, dove l’assenza di spazio e tempo contribuiscono ad aumentare l’ansia della realtà disgregante.
In questo contesto, ogni soggetto indaga all’interno della propria coscienza fino a raggiungere la conoscenza e il sapere assoluto, diventandone parte con ogni singola particella: “La verità non <<abita>> soltanto l’<<uomo interiore>> o meglio non v’è uomo interiore: L’uomo è nel mondo, e nel mondo egli si conosce” (Merleau Ponty Maurice - fenomenologia della percezione).

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